Non v’è altra origine, per la bellezza, che la ferita, individuale, irripetibile, celata o visibile, che ogni uomo custodisce in sé e difende dove si rifugia quando vuole abbandonare il mondo per una solitudine temporanea ma profonda.

Giacometti non lavora per i contemporanei né per le generazioni future: fa statue che finalmente incantano i morti.

Jean Genet, L’atelier di Alberto Giacometti